Temperatura, umidità e ventilazione sono le tre dimensioni ambientali a cui facciamo riferimento quando parliamo di condizioni termoigrometriche. Questi tre fattori influenzano il microclima all’interno di un ambiente e sono particolarmente importanti quando si tratta di interni in cui si svolgono attività legate al lavoro.
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Sebbene esistano varie misure di controllo della qualità dell’aria interna che riguardano il miglioramento di diversi aspetti, la temperatura, l’umidità e la ventilazione sono i primi fattori a cui dobbiamo prestare attenzione per garantire il benessere negli ambienti interni che progettiamo o abitiamo. Le condizioni termoigrometriche dovrebbero essere ottimali per favorire il normale svolgimento delle attività in uno spazio interno e per garantire un comfort termico ideale.
Cos’è la Termoigrometria
Quando si tratta del comfort e della qualità dell’aria negli ambienti interni, uno degli aspetti spesso trascurati ma fondamentali sono le condizioni termoigrometriche. Questo termine tecnico si riferisce alla combinazione di temperatura e umidità all’interno di un ambiente.
Questi due parametri, insieme al movimento dell’aria, sono strettamente legati e insieme definiscono le condizioni termoigrometriche di un ambiente. La temperatura rappresenta la quantità di calore presente nell’aria, mentre l’umidità indica la quantità di vapore acqueo presente.
Capire cosa sono e come influenzano il nostro benessere è essenziale per progettare, abitare o lavorare in ambienti interni salubri e confortevoli.
Come realizzare ambienti di lavoro confortevoli
Il comfort ambientale è un’esperienza soggettiva che richiede condizioni termoigrometriche adeguate a garantire il benessere della maggior parte degli occupanti. Tuttavia, ci sarà sempre circa il 5% degli utenti che potrebbe trovare non confortevoli le condizioni a causa di temperature troppo calde o fredde. È fondamentale che queste condizioni non rappresentino una minaccia per la salute o la sicurezza degli occupanti, soprattutto in ambienti di lavoro a uso continuativo.
Per realizzare ambienti confortevoli, possiamo adottare delle strategie per regolare temperatura, umidità e ventilazione.
In Italia, la normativa sui microclimi nei luoghi di lavoro non stabilisce valori limite precisi per questi parametri, ma suggerisce di valutare il rischio tenendo conto delle attività svolte dai lavoratori e delle condizioni ambientali effettive. Tuttavia, esistono norme tecniche che forniscono indicazioni sulla determinazione del benessere termico nei luoghi di lavoro. La norma UNI EN ISO 7730:2006 ad esempio, stabilisce valori di riferimento per la temperatura operativa, l’umidità relativa e la velocità dell’aria in base al livello di attività metabolica e all’isolamento termico dell’abbigliamento. Inoltre, questa norma include il calcolo degli indici PMV (Voto Medio Previsto) e PPD (Percentuale Prevedibile di Insoddisfatti), che misurano il grado di soddisfazione o insoddisfazione termica dei lavoratori.
In generale, negli ambienti lavorativi con attività sedentaria, è importante rispettare i seguenti parametri per gestire le condizioni termoigrometriche e così ottenere ambienti termici moderati:
- Temperatura: si raccomanda una temperatura compresa tra 18ºC e 22ºC in inverno; in estate non più di 7ºC di differenza rispetto all’esterno.
- Umidità: tra il 30 e il 70%. A meno che non ci troviamo in ambienti in cui l’elettricità statica presenta rischi, in questo caso deve essere superiore al 50%.
- Ventilazione: in un ambiente di lavoro gli occupanti non devono essere esposti frequentemente o persistentemente a correnti d’aria:
- Maggiore di 0,5 m/s in ambienti caldi
- Maggiore di 0,25 m/s in ambienti non caldi
La gestione inadeguata delle condizioni termoigrometriche è uno dei fattori comuni nei casi di “sindrome dell’edificio malato“, con gli uffici che spesso ne sono i principali interessati. Questo problema è spesso causato da problemi di progettazione nei sistemi centralizzati di ventilazione con ricircolo dell’aria, che possono aumentare la concentrazione di inquinanti nell’ambiente a causa di una cattiva circolazione dell’aria interna.
Impatto sul benessere e sulla salute
Le cattive condizioni ambientali di questi spazi possono influenzare i lavoratori in diversi modi. Si possono verificare prestazioni lavorative scadenti, poiché si verificano distrazioni legate al disagio causato da un ambiente inadeguato. Per esempio, si stima che il troppo calore provochi una diminuzione del ritmo di lavoro e produca affaticamento muscolare. Nel caso di un ambiente troppo freddo si osserva che la destrezza manuale e le prestazioni fisiche in generale diminuiscono.
D’altro canto ci sono anche altre condizioni direttamente legate alla salute. È frequente, in luoghi con condizioni termoigrometriche sfavorevoli, trovare lavoratori con problemi di mal di testa o emicrania, nausea, vertigini e anche stanchezza cronica. Possono verificarsi anche problemi respiratori come riniti, allergie nasali, asma o raffreddore persistente, e problemi legati alla pelle come dermatiti o secchezza degli occhi e delle mucose.
Qual è il ruolo della ventilazione?
A livello nazionale, le norme UNI 10339 e la più recente UNI EN 16798-1, e a livello internazionale la American Society of Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers ASHRAE Standard 62.1 “Ventilation for Acceptable Indoor Air Quality,” forniscono linee guida generali per la ventilazione negli ambienti di lavoro, stabilendo condizioni di comfort e focalizzandosi sulla principale fonte di inquinamento, spesso rappresentata dalle persone stesse. Inoltre, queste normative indicano i parametri minimi di ventilazione in base al numero di persone presenti nell’ambiente.
I sistemi di ventilazione svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento delle condizioni termoigrometriche ottimali, che, come già spiegato, sono essenziali per garantire il comfort negli ambienti di lavoro. In questo contesto, la missione principale della ventilazione è il rinnovo dell’aria interna inquinata negli edifici.
Tuttavia, è importante notare che i sistemi di ventilazione tradizionali possono entrare in conflitto con le condizioni di comfort, poiché l’ingresso di aria esterna comporta una significativa variazione della temperatura interna, dovuta all’ingresso di aria fredda o calda. In questi contesti, un sistema di ventilazione meccanica controllata a doppio flusso risulta ideale, poiché consente il rinnovo dell’aria interna senza le conseguenti variazioni termiche descritte. Inoltre, evita le dispersioni energetiche comuni nei sistemi di ventilazione tradizionali. Questo sistema è dotato di uno scambiatore di calore che permette di introdurre aria pulita nell’ambiente quasi alla stessa temperatura dell’aria interna, estraendo calore dall’aria esausta per trasferirlo all’aria in ingresso.