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Cos’è la sindrome dell’edificio malato?

Pubblicato da S&P          21/03/2022          Lettura: 4 min.

Oggi, gran parte della popolazione che abita nei centri urbani passa la maggior parte del tempo negli ambienti al chiuso (circa 80-90% del tempo). Da qui, la crescente importanza della qualità dell’aria indoor che si respira in questi ambienti.

Negli anni ’70 iniziarono a essere pubblicati dati relativi a persone con mal di testa, irritazione delle mucose e sensazione di affaticamento che lavoravano all’interno di uffici. Negli anni ’80 si rilevò che il problema era più frequente negli edifici più ermetici. Questi casi sono stati successivamente etichettati come casi di sindrome dell’edificio malato (sick building syndrome – SBS). La reale incidenza di questa sindrome è sconosciuta, anche se l’OMS stima che colpisca il 30% degli edifici moderni, causando disagio tra il 10 e il 30% degli utenti.

Caratteristiche di un edificio malato

Un edificio malato è uno spazio chiuso in cui circa il 20% o più degli utenti soffre di problemi di salute, le cui cause non sono facilmente individuabili poiché prodotte da vari fattori. L’OMS stabilisce due diversi tipi di edifici malati:

  • Edificio malato temporaneamente: si tratta di un edificio di nuova costruzione o recentemente ristrutturato i cui sintomi diminuiscono nel tempo. Di solito scompaiono dopo circa sei mesi e spesso sono dovuti alle emissioni di VOC generate da rivestimenti murali, pavimenti e materiali da costruzione.
  • Edificio malato permanentemente: in questo caso i sintomi continuano a manifestarsi per anni. Di solito sono associati a carenze negli impianti fissi come l’illuminazione, l’aria condizionata e la ventilazione. Possono anche essere correlati alle emissioni degli stessi materiali da costruzione, come il gas radon emesso dal granito.

Come determinare se un edificio è malato?

Secondo L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) esistono una serie di caratteristiche che accomunano gli edifici malati, tra cui:

  • Ermeticità degli edifici.
  • Sistema di ventilazione assente o insufficiente a garantire un adeguato ricambio dell’aria.
  • Cattiva distribuzione dell’aria, con conseguente stratificazione e zone non ventilate.
  • Sistema di ventilazione centralizzato per tutto l’edificio o per grandi aree dell’edificio, dove si verifica un parziale ricircolo dell’aria. È pericoloso soprattutto quando le prese d’aria sono posizionate in zone inadatte.
  • Unità di trattamento aria e recuperatori di calore di bassa qualità possono essere un fattore di rischio di inquinamento a causa della contaminazione tra il flusso di estrazione e quello di immissione.
  • Cattivo filtraggio dell’aria per mancanza di manutenzione o errata progettazione, specialmente quando la qualità dell’aria esterna è bassa oppure c’è un elevato ricircolo.
  • Scelta dei materiali di costruzione di bassa qualità.
  • Pavimenti, pareti ed altri elementi di design interno con rivestimento tessile
  • Sistema di climatizzazione inefficace o impreciso che rende difficile il controllo della temperatura in ogni zona.
  • Differenze di pressione tra gli ambienti, che provocano correnti d’aria e cambiamenti nelle condizioni termoigrometriche.
  • Ubicazione degli edifici in zone con elevato inquinamento ambientale.

Date queste caratteristiche, se le persone che si trovano in questi ambienti presentano sintomi come irritazione agli occhi, naso e gola, secchezza, raucedine, respiro affannoso, eruzioni cutanee, mal di testa, affaticamento mentale, nausea, vertigini, alta incidenza di infezioni respiratorie e raffreddori, potremmo parlare di edificio malato.

Cos’è la sindrome dell’edificio malato?

Nei casi di SBS, i sintomi si presentano più frequentemente nel pomeriggio rispetto al mattino e tendono ad avere un’incidenza maggiore quando gli utenti hanno meno controllo sull’ambiente che occupano.

La ventilazione svolge un ruolo molto importante in tutti gli edifici, ma è particolarmente rilevante se si tiene conto che una ventilazione inadeguata è una delle cause con la più alta incidenza di SBS. Per questo motivo è fondamentale curare la manutenzione e la pulizia degli apparecchi e dei condotti degli impianti di ventilazione. Una serie di condizioni e di indicazioni riguardanti l’immissione dell’aria, la velocità dell’aria, la temperatura e l’umidità relativa e altro in ambito di qualità dell’aria, benessere e comfort, sono descritte in normative come la EN 16798:2019.

Come capire se un edificio è malato?

Proponiamo di seguito una possibile metodologia di valutazione, strutturata in un’indagine contenente quattro concetti:

  1. Indagine iniziale dell’edificio e individuazione del problema.
  2. Misure di ispezione e guida.
  3. Misure di ventilazione, indicatori climatici e altri fattori coinvolti.
  4. Esame medico e indagini associate.

Nel terzo punto si determina se il livello di ventilazione è adeguato. Si valuta, tra l’altro, se la manutenzione dei filtri di ventilazione, delle batterie di riscaldamento e raffreddamento e degli scambiatori di calore viene eseguita correttamente. Inoltre, nel caso in cui vi siano indicazioni che indichino il contrario, si determina se l’efficacia della ventilazione è quella prevista. Un altro dei fattori più importanti che viene valutato in questa fase è la determinazione della qualità dell’aria, per la quale vengono misurati parametri come CO2 e livelli di CO.

Misure correttive

Le azioni correttive applicabili dipendono dalla natura di ciascun problema nonché dalle caratteristiche costruttive dell’edificio, le più comuni sono:

  • Installazione di un sistema di ventilazione ben dimensionato che garantisca un adeguato apporto di aria esterna nel rispetto delle portate e dei livelli di filtrazione richiesti dalle norme vigenti.
  • Garantire l’eliminazione degli inquinanti mediante un’adeguata distribuzione delle griglie e dei diffusori per l’immissione e l’estrazione dell’aria, evitando nel contempo le correnti d’aria secondo quanto previsto dalle norme tecniche.
  • Utilizzo di unità trattamento aria e recuperatori di calore con un alto grado di ermeticità per prevenire la contaminazione dell’aria tra i flussi.
  • Zonizzazione dell’impianto di ventilazione e di climatizzazione che garantisca un comfort termico ottimale e un adeguato flusso di ventilazione in tutte le aree dell’edificio.
  • Scelta di materiali da costruzione a basse emissioni di VOC.
  • Posizionare le prese d’aria esterna verso zone a minor inquinamento ambientale, evitando, ad esempio, di installarle verso grandi viali ma possibilmente verso aree verdi.
  • Nel caso di edifici ubicati in zone ad alto inquinamento ambientale, integrazione nel sistema di ventilazione di sezioni di filtrazione e depurazione dell’aria.
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