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Efficienza energetica negli edifici: una sfida per la sostenibilità urbana

Pubblicato da S&P          14/09/2022          Lettura: 3 min.

Non c’è dubbio che l’efficienza energetica negli edifici è una delle principali sfide per il futuro. Tuttavia, considerando che il 20% dell’energia che utilizziamo viene consumata nelle nostre abitazioni, sembra impossibile credere al raggiungimento dell’impegno preso dai Paesi europei per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e far sì che questi abbiamo un consumo energetico vicino allo zero (edifici nZEB).

Secondo quanto stabilito dalla normativa europea, a partire dal 1 gennaio 2019 gli edifici pubblici devono essere nZEB (nearly Zero Energy Building), cioè a energia quasi zero, e dal 1 gennaio 2021 anche tutti gli edifici di nuova costruzione devono essere nZEB.

Riqualificare gli edifici esistenti

Oggi sono ancora molti i Paesi europei ben lontani dal raggiungimento degli obiettivi relativi all’efficienza energetica degli edifici pubblici, e la vera sfida si concentra nella riqualificazione degli edifici già esistenti.

La ristrutturazione energetica necessaria per trasformare il nostro patrimonio immobiliare in edifici a energia quasi zero richiederà un grande sforzo di formazione e trasformazione, non solo delle procedure, ma anche dai professionisti coinvolti nel processo: architetti, costruttori, produttori, installatori e operatori, utenti e persino le stesse amministrazioni.

Come si calcola l’efficienza energetica di un edificio?

Per calcolare l’efficienza energetica di un edificio è necessario prendere in considerazione un indicatore energetico principale e diversi indicatori secondari.

Il principale indicatore energetico da prendere in considerazione per tale calcolo sarà dato da due parametri principali:

  • Emissioni annuali di CO2, espresse in kg per m2 di superficie utile dell’edificio.
  • Energia primaria annua, in kWh per m2 di superficie utile dell’edificio.

Questi due indicatori sono ricavati dall’energia consumata dall’edificio per soddisfare i fabbisogni legati alle normali condizioni sia climatiche che di utenza. Si prendono in considerazione tutti i servizi utilizzati per mantenere il comfort termico e luminoso: riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria, ventilazione, illuminazione, ecc.

Come indicatori energetici complementari (anche su base annuale e riferiti all’unità di superficie utile dell’edificio) si tiene conto di:

  • Ripartizione delle emissioni di CO2 per i principali servizi dell’edificio.
  • Ripartizione dei consumi di energia primaria per i principali servizi dell’edificio.
  • Energia richiesta dall’edificio per ciascuno dei suoi principali servizi.

Gli indicatori complementari consentono di spiegare le ragioni delle buone o cattive prestazioni dell’edificio e, quindi, forniscono indicazioni utili sugli aspetti di cui tenere conto nel proporre misure per migliorare tali prestazioni.

Da tutti questi dati si ottengono i valori finali di consumo energetico, misurato in chilowattora per metro quadro (KWh/m2 anno), e delle emissioni di CO2, in chilogrammi di CO2 per metro quadro (KgCO2/m2 anno), che corrispondono a una lettera della scala di efficienza energetica applicabile a ciascun edificio o abitazione.

Classificazione energetica degli edifici

A seconda dei risultati che otteniamo nel calcolo dell’efficienza energetica del nostro edificio o abitazione, verrà redatto il certificato energetico, che sarà quello che determinerà la classe energetica di detto edificio o abitazione, espressa mediante una lettera che varierà dalla lettera (A) per le case più efficienti fino alla lettera (G) per le meno efficienti.

Negli edifici di nuova costruzione la scala include,  dalla massima efficienza a quella più bassa, le classi A, B, C, D ed E, fino alle classi F e G per gli edifici esistenti.

Secondo questa classificazione, un edificio o un’abitazione che ha la categoria di efficienza energetica più alta (classe A) sarà considerato consumare fino al 90% di energia in meno rispetto a un edificio o un’abitazione classificata con il livello più basso (classe G).

Interventi per migliorare l’efficienza energetica

Se vogliamo rendere il nostro edificio o la nostra casa il più efficiente possibile, ci sono una serie di accorgimenti che, oltre a fornirci un maggiore risparmio energetico e una migliore qualità dell’aria, ci permetteranno di migliorare la nostra classificazione energetica:

  • Ristrutturazione degli impianti termici; sostituire gli impianti di riscaldamento e condizionamento con impianti più efficienti che integrano caldaie a condensazione, pompe di calore, ecc.
  • Migliorare l’isolamento della casa: un adeguato isolamento termico di facciate, tetti, soffitti, ecc., ridurrà la domanda di riscaldamento e condizionamento, evitando le dispersioni di calore e di freddo dall’abitazione. Sarà importante anche utilizzare carpenteria e vetri adatti ad ogni clima.
  • Utilizzare adeguati sistemi di ventilazione: in una casa è fondamentale utilizzare adeguati sistemi di ventilazione che garantiscano la qualità dell’aria indoor. L’uso di sistemi di ventilazione intelligenti migliorerà l’efficienza energetica della nostra casa.
  • Utilizzare energie rinnovabili: l’utilizzo dell’energia solare termica per la produzione di acqua calda sanitaria o l’utilizzo di sistemi solari fotovoltaici per la generazione di energia elettrica oppure sistemi geotermici o aerotermici consentirà di migliorare l’efficienza degli impianti di condizionamento e nel contempo ridurre le emissioni di CO2.

Introdurre sistemi di misurazione e controllo: l’utilizzo di dispositivi di misurazione e controllo per i sistemi di condizionamento e ventilazione, come termostati digitali, sonde di qualità dell’aria, valvole o ripartitori di calore, faciliterà il funzionamento ottimale degli impianti, per una maggiore efficienza a seconda delle esigenze dell’utente.

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