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Direttiva sul rendimento energetico degli edifici adottata in Europa

Pubblicato da S&P          25/11/2024          Lettura: 4 min.

Da diversi decenni l'Europa sta attuando diverse misure per migliorare l'efficienza energetica degli edifici e decarbonizzare il settore edilizio, definendolo una strategia chiave nella lotta ai cambiamenti climatici. Questo sforzo è culminato nell'adozione della Direttiva sul rendimento energetico degli edifici (EPBD), rinnovata nel marzo 2024.

Volete sapere cosa c’è di nuovo in questa nuova direttiva e quali implicazioni ha per i proprietari e i costruttori di edifici? Continuate a leggere per scoprire le novità di questa rivoluzionaria normativa.

Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici: cos’è?

Il 19 maggio 2010 la Commissione europea ha adottato la Direttiva 2010/31 sulla prestazione energetica nell’edilizia. Questa normativa ha stabilito per la prima volta un quadro comune di misure per promuovere l’efficienza energetica degli edifici all’interno dell’UE, con l’obiettivo di ridurre sia il loro consumo energetico che le emissioni di gas serra.

Secondo la Commissione europea, il patrimonio edilizio dell’UE è responsabile del 36% delle emissioni di gas serra e del 40% del consumo energetico. L’obiettivo di questa direttiva è promuovere il settore della costruzione e della ristrutturazione degli edifici per contribuire in modo significativo agli obiettivi di neutralità climatica dell’UE per il 2050.

Per raggiungere questo obiettivo, la direttiva promuove la costruzione di edifici a efficienza energetica e a energia quasi zero, come spiegato in questo articolo. Incoraggia inoltre la ristrutturazione degli edifici esistenti per migliorarne l’efficienza energetica e promuove l’uso di fonti di energia rinnovabili. Le misure comprendono anche la promozione di sistemi efficienti di isolamento, riscaldamento, raffreddamento e ventilazione.

Novità e rinnovo della direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici

Il 12 marzo 2024, la Commissione europea ha fatto un ulteriore passo avanti e ha rinnovato la Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici. La nuova ambiziosa proposta prevede che il patrimonio edilizio europeo raggiunga il traguardo della completa decarbonizzazione entro il 2050. Ciò significa che tutti gli edifici in Europa dovranno avere emissioni nette di carbonio pari a zero, sia quelli nuovi che quelli esistenti.

Grazie a questa direttiva, tutti i nuovi edifici dovranno essere tecnicamente neutri a partire dal 2030. Nel caso di edifici occupati pubblicamente e di proprietà pubblica, essi dovranno soddisfare questa condizione entro il 2028. Gli Stati dell’UE possono calcolare il GWP (Global Warming Potential) tenendo conto dell’intero ciclo di vita degli edifici, compresa la fase di costruzione.

D’altra parte, nel caso degli edifici residenziali, i Paesi dell’UE dovranno stabilire una tabella di marcia per migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni negli edifici esistenti. La proposta prevede che tali edifici riducano il loro consumo di energia primaria in media del 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035.

 

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La direttiva mira inoltre a promuovere l’installazione di sistemi di energia rinnovabile e l’implementazione di tecnologie intelligenti negli edifici per ottimizzare il loro consumo energetico. In questo modo, e a condizione che sia tecnicamente ed economicamente fattibile, entro il 2030 dovrebbero essere promosse le installazioni solari negli edifici pubblici e non residenziali, così come in tutti gli edifici residenziali.

D’altra parte, la ristrutturazione di elementi come facciate, finestre, ecc. per migliorare l’ermeticità dell’edificio e quindi il suo fabbisogno energetico può causare problemi di salute all’interno dell’edificio, rendendo essenziale l’installazione di sistemi di ventilazione efficienti (ad esempio con recupero di calore) per fornire la necessaria salubrità all’abitazione e ridurre il più possibile i costi energetici.

2040: addio alle caldaie a combustibile fossile

Un altro punto saliente della nuova Direttiva UE sul rendimento energetico degli edifici è l’eliminazione graduale delle caldaie a combustibili fossili in tutti gli edifici entro il 2040.

L’UE invita gli Stati membri ad adottare misure per la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili per il riscaldamento e il raffreddamento, con l’obiettivo di eliminare completamente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040. A partire dal 2025, le caldaie indipendenti dai combustibili fossili non potranno più essere finanziate.

Tuttavia, gli incentivi finanziari rimarranno validi per i sistemi di riscaldamento ibridi che utilizzano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che includono una caldaia con una pompa di calore o un sistema solare termico.

Cosa significa questo cambiamento di direttiva per il settore delle costruzioni?

Attualmente, molti edifici in Italia sono altamente inefficienti dal punto di vista energetico, soprattutto a causa dello scarso isolamento termico. La nuova direttiva dell’UE, insieme alle normative italiane esistenti, imporrà importanti cambiamenti a questi edifici nei prossimi decenni.

Se da un lato le nuove misure dell’UE costringono costruttori, ingegneri e architetti a superare nuove sfide e ad adattarsi a normative più severe, dall’altro rappresentano una grande opportunità per il settore. La domanda di retrofitting e di nuove costruzioni ad alta efficienza energetica aumenterà, favorendo così le opportunità di business, la creazione di posti di lavoro e l’innovazione nel settore.

Le aziende specializzate in sistemi di ventilazione efficienti, isolamento, progettazione bioclimatica, installazione di sistemi di climatizzazione come quelli aerotermici o quelle coinvolte nell’installazione di pannelli solari avranno un ruolo cruciale nel soddisfare questi nuovi requisiti. Le imprese di costruzione in grado di adattarsi rapidamente e di offrire soluzioni in linea con queste nuove normative saranno in grado di ottenere un vantaggio competitivo sul mercato.

Tenersi aggiornati sugli ultimi sviluppi e sui requisiti delle normative europee sarà indispensabile per tutti i professionisti del settore. Inoltre, la formazione continua e l’adattamento alle nuove tecnologie e ai metodi di costruzione sostenibili, così come i partner strategici in grado di fornire soluzioni efficienti e di qualità, saranno fattori chiave per il successo nel nuovo panorama europeo delle costruzioni e delle ristrutturazioni.

 

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