Il radon è un gas radioattivo presente in natura che tende a concentrarsi all'interno di edifici come case, scuole e luoghi di lavoro.
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Concentrazione di gas radon in Italia
Secondo l’OMS il radon è la seconda causa di cancro ai polmoni dopo il tabacco e si stima che a livello nazionale i casi di cancro ai polmoni attribuibili a questo gas siano compresi tra il 3% e il 14% (a seconda della concentrazione media nazionale di radon e la prevalenza del consumo di tabacco) rispetto al totale.
La media nazione di concentrazione di questo gas in Italia è superiore a quella mondiale e varia a seconda della regione. Le regioni con la maggiore esposizione sono la Lombardia e il Lazio, seguite dal Friuli Venezia Giulia e dalla Campania. Da sottolineare che in ogni caso ne la media nazionale ne quella regionale è indicativa del livello di concentrazione della propria abitazione o del proprio luogo di lavoro, per conoscere la quale è sempre necessario fare delle misure specifiche.
Fonte: Istituto Superiore di Sanità
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) i livelli di azione nell’UE sono da 200 a 600 Bq/m3 per il radon nelle case, e 1000 Bq/m3 nei luoghi di lavoro, valori che l’ICRP raccomanda di considerare come livelli di esclusione, in quanto non monitorabili.
Diversi studi condotti in Europa, Nord America e Cina concludono che anche con bassa concentrazione, come nel caso delle case, il radon presenta rischi per la salute e contribuisce alla comparsa del cancro ai polmoni. Il rischio di cancro ai polmoni aumenta in proporzione all’aumento dell’esposizione al radon.
La probabilità di cancro ai polmoni dovuta all’esposizione al radon è maggiore per i fumatori. Si stima che il rischio associato sia 25 volte maggiore nei fumatori rispetto ai non fumatori.
La continua presenza di questo gas radioattivo in un edificio, a causa di contaminanti interni o esterni, può essere una delle concause degli edifici malati.
Perché il gas radon si accumula nelle abitazioni?
Il radon è prodotto dal decadimento radioattivo dell’uranio presente in natura. Questo elemento si trova nel nostro ecosistema nel suolo e nelle rocce, principalmente granitiche, ma può trovarsi anche nell’acqua.
Il gas radon si muove tra i pori dei materiali solidi arrivando in superficie e passando dal suolo all’aria. Una volta nell’aria, si disintegra ed emette particelle radioattive. Nell’ambiente si diluisce rapidamente poiché la concentrazione è molto bassa e non presenta rischi per la salute.
Il problema si presenta negli spazi chiusi, dove le concentrazioni di radon sono più elevate, specialmente nelle miniere, nelle grotte e negli impianti di trattamento delle acque. Negli edifici (case, scuole e uffici) le concentrazioni sono inferiori, ma possono variare da <10 Bq/m3 a oltre 10.000 Bq/m3.
Fonte: Figura 3. Tipiche fonti di radon e percorsi di entrata NTP-440
La comparsa di radon nelle case è dovuto a crepe nel pavimento, nelle pareti, in spazi vicino a tubi o cavi, pori in pareti cave di cemento, lavelli e scarichi. Per questo motivo il radon tende ad avere concentrazioni più elevate in scantinati, cantine e spazi abitativi direttamente a contatto con il suolo.
Il radon all’interno dell’abitazione può comparire anche per le emissioni dei materiali da costruzione, sia per la concentrazione di radio nei materiali che per il radon prodotto che viene rilasciato, così anche per la porosità del materiale, la preparazione delle superfici e la finitura delle pareti.
La concentrazione di radon all’interno di una casa dipende da diversi fattori. Secondo l’OMS sono tre:
- Quantità di uranio contenuta nelle rocce e nel sottosuolo dell’area in cui si trova l’abitazione.
- Le vie che il radon trova per infiltrarsi nelle case.
- Tasso di scambio tra aria interna ed esterna, ovvero livello di rinnovo dell’aria indoor. Ciò dipende soprattutto dalla ventilazione dell’edificio e dalla sua tenuta.
Come rilevare la presenza di radon in casa?
Per determinare la concentrazione di radon presente nell’ambiente, dobbiamo prendere come misura di riferimento il conteggio delle particelle emesse dal radon e dai suoi discendenti a breve vita.
Esistono diverse tecniche per rilevare la presenza di gas. Questi possono essere classificati come attivi o passivi a seconda che venga utilizzata o meno aria forzata per la raccolta dei campioni.
Possiamo optare fra tre metodologie esistenti:
- Metodi istantanei: in genere, questi metodi vengono utilizzati per effettuare indagini generali, studi per individuare le vie di ingresso del radon dal suolo o per verificare l’efficacia delle azioni correttive.
- Metodi di lettura continua: sono importanti per studiare l’evoluzione delle concentrazioni nel tempo, consentendo di stabilire relazioni tra le attività svolte e l’edificio.
- Metodi integrati: sono i più adatti per studi di ispezione e rilevamento, e sono quelli che in molti casi permettono di decidere le azioni correttive dopo misure dalla durata di almeno tre mesi.
Come eliminare il radon dagli edifici e dalle abitazioni?
Per ridurre la concentrazione di radon negli ambienti indoor, sia delle abitazioni di nuova costruzione che di quelle già esistenti, dobbiamo da un lato prevenire la sua infiltrazione, e dall’altro assicurare il ricambio d’aria indoor in modo che il gas non ristagni all’interno degli ambienti e diventi quindi pericoloso.
Per farlo l’OMS consiglia:
- Migliorare la ventilazione del vespaio.
- Installare un sistema di estrazione meccanica nel seminterrato, nel vespaio o nel piano interrato per estrarre il radon dai locali a maggiore concentrazione.
- Impedire le infiltrazioni dal seminterrato alle stanze, depressurizzando lo spazio tra il pavimento dell’edificio e il terreno.
- Sigillatura del pavimento e delle pareti.
- Migliorare la ventilazione complessiva della casa.
Queste misure devono essere prese in considerazione soprattutto in quegli edifici di nuova costruzione situati nelle aree a più alto rischio di concentrazione di questo gas radioattivo.
A fine 2020 l’Italia, col Decreto Legislativo n.101/2020, ha recepito la direttiva Europea 2013/59/Euratom, fissando i livelli di riferimento a 300 Bq/m3 (concentrazione media annua di Radon in aria) per le abitazioni esistenti ed i luoghi di lavoro. Valori che dovranno essere ridotti a 200 Bq/m3 per le abitazioni costruite dopo il 31/12/2024.